Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

martedì 2 novembre 2010

Prese di posizione

Reduci entrambe le compagini dalle fatiche con alterne fortune della Coppa Italia, le squadre biancorosse si affrontano al Menti per stabilire i ruoli nei propri campionati. Distanti fra di loro per due maledetti punti a favore dei veneti, le due compagini sembrano avere un destino già scritto prima del calcio d’inizio: Vicenza super imbattuto in casa, vero e proprio fortino mentre il Varese soffre a viaggiare lontano da Masnago.
La Serie cadetta ci offre sorprese vedendo la classifica ed i giovani di Sannino, volubili come il baccalà quando tenta di svincolarsi dal pescatore, mostrano abilità tecniche ed un po’ meno tattiche quando scendono sul prato a dimostrazione di quanto il loro tecnico debba essere più domatore che addestratore.
Alla corsa delle bighe Carrozza arriverebbe sempre primo, ed invece di farsi trainare dai cavalli, porterebbe avanti a sé una sfera di cuoio, di cui liberarsi solo nella rete avversaria, come ben fa già al 7°, numero amico come la sua maglia. Involatosi sulla sinistra, la sua bordata percorre tutto l’arco per finire dentro il palo opposto. Curva in festa quando il Varese va in vantaggio e neanche il tempo per i saltelli propiziatori c’è stato.
A saltare solo Sannino rimane, grillo sempiterno a gracchiare nelle orecchie dei suoi ragazzi scalpitanti, mossi dal cuore combattente e con poco ossigeno, sempre avanzanti verso l’area avversaria in cerca di emozioni forti. Quelle emozioni che ci regalano i lanci trasversali di Carrozza o le percussioni sonanti di Tripoli, a cui Neto o Cellini tocca il compito di portare a degna conclusione.
Ed il Vicenza lascia tutto in mano ad Abbruscato, il quale ingaggia una battaglia sul filo del rasoio con Zappino, esterno varesino da ora in avanti protagonista in positivo per le fortune degli uomini di Rosati. Di piede, di pugno, di mano, ogni tentacolo si allunga verso i fendenti e Goldrake allontana ogni volta, trovando sempre più conferma nell’undici del mister.
La dietro, si dirà, Pesoli appare un poco sotto la soglia di gradimento, ma il portiere serve a quello, a fermare gli indesiderati, a filtrare gli ingressi come un funzionario di dogana agli sbarchi. Dogana che in apertura di seconda frazione il brasileiro Neto tenta di varcare se non Frison cerbero lo travolge mandandolo a terra, luogo gradito assai dal cristallino Pereira per le sue fasi di rilassamento durante la gara.
Tanto è che assiste sdraiato all’errore del capitano Buzzegoli, tiraccio moscio che incoccia lo scarpino del guardiano vicentino. E manca ancora tutto il secondo tempo, così Zappino può mostrare la sua pelata sorridente e rabbiosa agli avanti veneti, mentre in contropiede Neto e Mustacchio avanzano veloci, quasi a sfidarsi in una gara di velocità.
Alla fine anche Frison vuole essere della festa, ma il fortino biancorosso nulla lascia trapelare ed il centrocampo può imbrigliare la manovra offensiva alzando l’oscurità sugli ultimi tentativi, stavolta si passa, Vicenza cade e Sannino respira.

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