Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

lunedì 27 febbraio 2012

Colpo al Vertice inossidabile

Questa settimana, anche forse per colpa della carenza di eventi sportivi da me visionati, se si eccettua il big match politico di sabato sera  fra i diavoli e le zebre, vi intratterrò con una critica artistica su un film che ha colpito il mio personalissimo interesse. L’amore per il grande schermo, le luci, i suoni soffusi od esplosivi che fuoriescono dalle casse stereo mi ha portato in una di queste nuove sale, dal fascino di plastica, con le poltrone larghe ed elefantiache, facenti mancare il contatto fisico con lo spettatore viciniore, come te sofferente, per la lotta per il bracciolo necessario ad allietare i gomiti rugosi sul legno vintage.
Una commedia fra le più classiche secondo il cliché francese, Quasi Amici, tradotta nell’italiano dalla lingua d’oec, frutto dell’incrocio non solo razziale , ma anche culturale fra un figlio delle povere colonie d’Africa ed un ricco parigino vip, intellettualmente elevato e patrimonialmente ben sistemato. Un’opera che mette sullo stesso piano, quasi in uno scambio non solo ideale,  la ricchezza e l’umanità sfacciata, priva di pudori e senza peli sulla lingua; mai mostrata nei novanta minuti della pellicola il rancore per la situazione vissuta dal ricco nobile Philippe e la rabbia per l’estrema povertà del figlio del Senegal sfruttato Driss e non ossessionato dalle sue origini.
Nell’episodio del volo con il parapendio, emerge il valore dell’amicizia, superiore ad ogni differenza e totalmente disinteressata, fra quel ragazzo grande e grosso che con la sua forza permette all’intellettuale di superare ogni ostacolo della sua limitata fisicità e riceverne in cambio affetto non condizionato dal sesso come fra un uomo ed una donna.
Si dipana lungo tutto il film una sottile linea incolore ed inodore, che non fa sviluppare le diversità e le dimentica in un cassetto, senza forzare in alcun modo sul dover spiegare con l’uso della trama la difficoltà a doversi avvicinare, due mondi mai in contatto nella Francia di oggi. Oserei direi un film dove il comunismo viene praticato, lo scambio fra i valori e la sicurezza non termina in un abbraccio ma nella capacità di accettare il presente senza rimorsi, dove il denaro non compare mai, e solo lo sfarzo contorna senza troppo aver peso nella vicenda. Intoccabili i valori, ma non le menti.

martedì 14 febbraio 2012

Frecce da spuntare

Ritmo e melodia si sovrappongono sul terreno pressoché perfetto di Masnago, giusto per dei passi di danze sudamericane, tango y samba a seconda degli interpreti. Rivas e Granoche , con il supporto del padron del campo Neto, a solleticare i palati del pubblico varesino, mai a sufficienza caldo, se non semplice e passivo spettatore di movenze d’alta classe che si esprimono in una marcatura sublime dopo pochi giri di lancetta sul non cronometro di Masnago. Neto per un appoggio in profondità su cui Rivas, gaucho perfetto, poggia il suo destro rubando la scena al Divin Diablo, coprotagonista con un quasi velo d’altri tempi. Scende il Varese da questo ottovolante esterno, per salire sul passo impervio della possibile vittoria casalinga, mancante da mesi ormai, come le scadenze del mutuo mai così ravvicinate.
Maran si volge aFre dirigere gli orchestrali come alla Scala, stavolta più invernale che mai, a segnalare un ricordo passato che sovviene ogni volta che i reprobi corrono sul prato sotto le Prealpi. All’attacco miei prodi, come pirati sembrerebbero apparire i giovanotti in maglietta bianca, impavidi e non timorosi di scoprirsi perché sulla mediana il duo alternato Kurtic – Corti pare un due di coppia canottiere, la cui prua arriva sempre per prima e se per caso scivola qualcosa fuori dalla barca, un Grillo difensore mai visto intercetta la vipera Mastronunzio, fermandolo alle soglie del successo personale. Forse troppa facilità ci trascina nell’oblio della gara, incanalata verso i binari di occasioni rapide e susseguenti nel corso dei minuti. Il raddoppio è cosa da piccoli, o forse ci toglierebbe gioia e timori per i restanti frammenti della disfida.
Uomo Vero Maran cambia con saggezza i protagonisti, affaticati e non ancora pronti a novanta minuti di battaglia sul campo pesante; così alter ego si sovrappongono senza modificare la tattica e la mentalità portando in avanti la compagine biancorossa. Se non che i lupi sendono a valle ed offendono sempre più verso l’immacolato Bressan, vogliosi di entrare nella tana per la marcatura della salvezza. Ma gli avanti ospiti, troppo abbandonati come fuscelli di fronte alla tormenta, lasciano alla casualità il possibile colpo gobbo. Così per Walter non è impervio trovarsi il pallone fra le mani centralmente della parità , e poco oltre la vittoria bussa alla porta di Masnago, calda e soffice come il velluto. A presto.