Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

martedì 2 novembre 2010

Attacco al Potere

Ci vuole la sfacciataggine di Bruce Willis che mostrò nella pellicola omonima per confrontarsi con i mostri fatti pelle e muscoli dei senesi. Il panforte è duro da digerire se ogni volta si pensa al tabellone che accumula punti (i loro) e il divario si aggrava. Solo rastrellando senza pietà, perdon randellando, le mani dei frombolieri senesi si mantiene la partita in vita e le speranze di un successo si dissolvono solo lentamente.
Così il maestro pensa di bacchettare l’allievo, quel ragazzo sempre seduto in prima fila a prendere appunti e quando alza la mano per porre una domanda, tenta di mostrare la sua conoscenza oscurando l’autorità.
Recalcati di esperienza ne ha, a volta è dovuto soccombere come contro Magnano e i suoi campioni, altre ha dato soddisfazioni lavorando sul gruppo. E studiando la sua squadra, attua un piano rischioso, battaglia da subito, nessuna pietà per i prigionieri e ognuno ai propri posti.
L’arena si trasforma in un luogo ostico per il toro senese, diventa un palio dove i fantini varesini assaltano alla giugulare il mostro Rapovic, essere deforme più simile all’orco delle fiabe o il lungo Lavrinovic i cui tentacoli sparano inchiostro rosso sulle braccia di Galanda o Fajardo.
La contraerea varesina propone Kangur, caldo esemplare uscito dai boschi come un elfo e Thomas, fauno leggero che nella retina rimane incastrato talvolta mentre Goss preferisce solleticare da sottoterra come una termite lavoratrice.
Ranniko, abituato agli alti fusti della tundra, a passi brevi raggiunge le postazioni, smistando con ordine scandinavo le munizioni mentre Slay impacciato si fa cogliere facilmente in tana. Serve a illudersi la fuga in avanti alla fine dei due quarti iniziali, seppure la battaglia abbia infuriato e i nostri abbiano saputo fare il meglio possibile. Poi quando vengono abbattuti i rovi e la bassa vegetazione, emergono i corpi varesini, facile preda dei senesi, sempre affamati di razziare i campi esterni.
Ma l’orso Slay, uscendo dal letargo, s’inerpica sulle rocce con la sua stazza, gli avversari diventano appoggi per il suo corpo che sale alto, afferrando tutto ciò che dal canestro scende come bacche gustose. Ed il maestro Recalcati si ciberà da lì in avanti delle pillole preziose di Ron, dopo averlo scosso lasciando che la fame lo assalisse per molti minuti. Ecco quindi che al galoppo Thomas abbraccerà il canestro, bucandolo con ogni dardo velenoso mentre Fajardo raccoglierà legna sudando in silenzio.
Recuperare otto punti in pochi minuti esalta la folla varesina, mai sazia di assaggiare la carne succulenta della chianina toscana e il plantigrado del Tennessee, sull’ultima bacca, afferra la bestia; il primo affondo va a vuoto, ma sul secondo le unghie entrano e levando la pelle irsuta, la bocca può cibarsi e con sé gli appetiti dei commensali di Masnago trovano degnamente la tavola imbandita.

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