Se per un punto Martin perse la Cappa, stasera gli Dei hanno dato una mano ai biancorossi perché il campo alluvionato, con la conseguente sospensione, lascia a metà il capolavoro degli uomini di Sannino. Colpiti a freddo da un killer come l’ex Bertani, senza neanche aver toccato palla in 15 secondi di schemi modello Playstation, i ragazzi biancorossi rovesciano rabbia e furore sul campo, senza nulla pensare ed adattandosi con maestria. Anche il peso leggero Cellini sembra una farfalla come quella che Alì mostrava di essere sul ring e di colpi il Marco non ne risparmia, sacrificandosi per la torre Ebagua, mai vacillante e pronto a staccare su ogni sfera vagante.
Sembra il tempo scorrere come la sfera appena tocca terra, in realtà l’ardore varesino brucia le tappe e numerose si fanno le occasioni finché all’8° esatto un Carrozza ballerino infila nell’angolo radente il pallone del pareggio, esaltando la folla sugli spalti.
L’arena ha per protagonista il Varese matador, pronto ad infilzare ferocemente il toro novarese, che abbassa le corna in segno di resa in maniera repentina. Le piume varesine volano leggere e non soffrono le condizioni pessime, anzi più sentono l’odore del sangue e più attaccano, senza lasciare nulla di facile in difesa dove Clayton sembra un’idrovora e Pesoli il Maciste che allarga le braccia per fermare anche i refoli di vento.
Ebagua si batte contro tutti senza remore e da un pallone recuperato sulla linea di fondocampo, guadagna un corner proficuo per la matata in girata di Pisano, il quale rimette la sfera nello stesso angolo di prima.
Un goal così vale da solo il biglietto ed anche ogni goccia, di lacrime per il Novara e di sudore per la banda di Sannino. Non sembrava così facile ai piemontesi farsi rimontare, ma quando il cuore pompa sangue alle gambe, il gioco non può che produrre occasioni.
Poi arriva il fischio mandato dal Monte Olimpo, per darci una rinfrescata e spostarci a mercoledì per la seconda parte. Chiudiamo il sipario, per aprirlo ma anche lasciare il tutto così, senza la richiesta di una recita.
Sembra il tempo scorrere come la sfera appena tocca terra, in realtà l’ardore varesino brucia le tappe e numerose si fanno le occasioni finché all’8° esatto un Carrozza ballerino infila nell’angolo radente il pallone del pareggio, esaltando la folla sugli spalti.
L’arena ha per protagonista il Varese matador, pronto ad infilzare ferocemente il toro novarese, che abbassa le corna in segno di resa in maniera repentina. Le piume varesine volano leggere e non soffrono le condizioni pessime, anzi più sentono l’odore del sangue e più attaccano, senza lasciare nulla di facile in difesa dove Clayton sembra un’idrovora e Pesoli il Maciste che allarga le braccia per fermare anche i refoli di vento.
Ebagua si batte contro tutti senza remore e da un pallone recuperato sulla linea di fondocampo, guadagna un corner proficuo per la matata in girata di Pisano, il quale rimette la sfera nello stesso angolo di prima.
Un goal così vale da solo il biglietto ed anche ogni goccia, di lacrime per il Novara e di sudore per la banda di Sannino. Non sembrava così facile ai piemontesi farsi rimontare, ma quando il cuore pompa sangue alle gambe, il gioco non può che produrre occasioni.
Poi arriva il fischio mandato dal Monte Olimpo, per darci una rinfrescata e spostarci a mercoledì per la seconda parte. Chiudiamo il sipario, per aprirlo ma anche lasciare il tutto così, senza la richiesta di una recita.
1 commento:
Incisivo, sagace e mordente. Come sempre FORZA VARESE! Stasera imo in moto?
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