Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

lunedì 18 ottobre 2010

Il Deserto dei Gobi

Nel catino infreddolito di Udine, il piccolo equipo veneto affronta la squadra varesina, pensando ad interrompere la serie negativa che sta affliggendo da qualche settimana i volenterosi amaranto. Il sogno deve continuare e sarà così nella prossima partita casalinga, da disputarsi per la prima volta sul terreno amico, sistemato non in tempo per l’inizio del torneo nonostante la solida solerzia triveneta.
In questi spazi immensi sembra di tornare all’epoca dell’Eccellenza, pubblico scarno di un sabato lontano dai rumori, assiepatosi in numero esiguo per trascorrere un pomeriggio, il solito, forse noioso ed in cerca di qualche emozione provinciale.
Dopo pochi minuti il vostro scrittore comincia a provare estrema sensazione di noia per un match addormentato dalla qualità del Portogruaro, presente solo nei loro prodotti vinicoli e non altrettanto dicasi nei loro piedi. Il giallo dato a Pugliese suscita interesse pari in maniera inversamente proporzionale al tonico che comincia a scorrere nel bicchiere e da li con un colpo di polso nella gola del Pampa.
I punti servono sempre e per riempire la casellina va bene ai veneti portare la bella addormentata nel bosco, conducendola per mano, nascondendo il lupo famelico e così il Varese si lascia condurre nella noia di una partita quasi da fine stagione, apparendo femmina pronta per il gran ballo di termine dell’anno scolastico.
Poi ci sono condottieri a cui piace prendere il timone a due mani e Buzzegoli spara una sassata dai 25 metri che calamita il palo, tintinnio che sveglia Alice quando mancano 5 minuti alla merenda.
Eppur si muove, si direbbe di un oggetto fermo quando è solo un’impressione il suo movimento ed il Varese esce dal tunnel con un po’ di tenacia aggiunta dalle grida di Sannino nell’intervallo. Mustacchio entra di li a poco e la sua voglia di ben figurare scuote l’attacco portando Ebagua vicino alla conclusione felice in un paio di circostanze, sennonché su un’azione da oratorio Tripoli scarta come una caramella il portiere avversario e la mette in mezzo per la Perla Nera che di testa la indirizza verso la rete, salvata da un difensore ed allora si inventa una rovesciata portando in vantaggio i varesini.
Forse i sensi di colpa per non essersi espressi al meglio consiglia ai ragazzi che la generosità va mostrata aprendo la porta di casa e Zappino lo fa in maniera cortese come si conviene ad un portiere d’albergo, offrendo ad Altinier, giocatore dal nome di sciatore altoatesino, l’occasione per prendere lo skypass guadagnandosi gli applausi infreddoliti del Friuli.
E con questo goal gli avversari prendono vigore mentre i nostri ragazzi ripiegano non sapendolo fare e così si lascia il povero Cellini in mezzo al guado, costretto a gracchiare per far notare la sua presenza.
L’illusione di una seconda vittoria esterna si perde nel deserto dello stadio, il miraggio rimane tale e si torna con insoddisfazione, qualcosa ha da sistemarsi.

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