Posticipo serale per i biancorossi in quel di Arezzo, con le telecamere di RaiSportSat a riprendere per la prima volta i giovani di Sannino, schernitosi in conferenza stampa prima della gara poiché non considera fotomodelli i suoi sgambettanti moscerini e con il ritorno della pantera nera Ebagua la davanti, pronto a graffiare. Brividi caldi al 11 su tiro dal limite dell’argentino Erpen con Moreau che va a rilassarsi sulla linea con il pallone dormiente fra le sue mani. Ed i bianchi non inglesi ma calienti rispondono sulla dormita difensiva con Buzzegoli che va ad appoggiarla verso il palo. Ma sul ribaltamento di fronte, un’azione fortunata porta l’Arezzo avanti nel punteggio con un gran gol di Chianese a cui la categoria poco si addice ma non la TV, che mette all’incrocio in estirada e Moreau nulla può su tale sventola. Le proteste per un presunto fuorigioco si spengono come un fuoco fatuo e Sannino nulla fa per accendere gli animi contro la terna ma pensa alla prossima mossa, cioè l’attacco ragionato come alle Termopili.
Il palo colpito dal tiro di Ebagua lascia di stucco la difesa granata perché gli scanzonati biancorossi non si spaventano di fronte all’arena e il gioco orchestrato da oro Zecchin è limpido a 24 carati. La palla gira rapida fra i piedi varesini ed avvicinarsi all’area sembra così facile nonostante la massa corporea degli attaccanti, elefanti per superare le Alpi. Tripoli e Zecchin giocano al gatto con il topo spostandosi da una fascia all’altra, che per il momento sembrano la Gravellona Toce di notte. Doppio colpo per Ebagua che vede il suo appoggio verso la porta bloccato da Mazzoni che prima di gambe e poi goffamente con le braccia permette alla porta toscana di non essere violentata. Ed a viso aperto, pardon, di terga, Camisa salva il risultato su un tiro a porta vuota di Erpen, che avrebbe stecchito la colomba biancorossa al termine della prima parte della disfida.
La seconda frazione riparte come la prima, arrembaggio ragionato e Sannino decide di cambiare i guerriglieri con Zecchin che si va ad infagottare e Corti che ritorna dopo qualche mese per stare sulla fascia, dove il Varese trova gioco e palloni da scodellare al centro. La pantera è in agguato ma la preda (il gol) poteva essere raggiunta se la bava alla bocca non lo avesse portato quel mezzo metro in avanti come nel gol annullato su assist di Del Sante.
La belva ruggisce e l’Arezzo si rintana, non per il freddo ma per gli artigli che il Varese ha sempre in mostra, a graffiare palloni cercando le ghiande anche quando sono sottoterra, ma come l’orso cerca la grotta nella quale stare per qualche mese, negli ultimi venti minuti si va tentoni per terra lungo le piste e nulla stringe Momentè per il quale il luogo più adatto sembra la panchina.
Finisce in gloria per i granata, a mani vuote si rientra alla base dopo una settimana stressante ma che ha mostrato come il Generale Patton sappia tenere il bastone del comando aspettando nuovi granatieri.
Il palo colpito dal tiro di Ebagua lascia di stucco la difesa granata perché gli scanzonati biancorossi non si spaventano di fronte all’arena e il gioco orchestrato da oro Zecchin è limpido a 24 carati. La palla gira rapida fra i piedi varesini ed avvicinarsi all’area sembra così facile nonostante la massa corporea degli attaccanti, elefanti per superare le Alpi. Tripoli e Zecchin giocano al gatto con il topo spostandosi da una fascia all’altra, che per il momento sembrano la Gravellona Toce di notte. Doppio colpo per Ebagua che vede il suo appoggio verso la porta bloccato da Mazzoni che prima di gambe e poi goffamente con le braccia permette alla porta toscana di non essere violentata. Ed a viso aperto, pardon, di terga, Camisa salva il risultato su un tiro a porta vuota di Erpen, che avrebbe stecchito la colomba biancorossa al termine della prima parte della disfida.
La seconda frazione riparte come la prima, arrembaggio ragionato e Sannino decide di cambiare i guerriglieri con Zecchin che si va ad infagottare e Corti che ritorna dopo qualche mese per stare sulla fascia, dove il Varese trova gioco e palloni da scodellare al centro. La pantera è in agguato ma la preda (il gol) poteva essere raggiunta se la bava alla bocca non lo avesse portato quel mezzo metro in avanti come nel gol annullato su assist di Del Sante.
La belva ruggisce e l’Arezzo si rintana, non per il freddo ma per gli artigli che il Varese ha sempre in mostra, a graffiare palloni cercando le ghiande anche quando sono sottoterra, ma come l’orso cerca la grotta nella quale stare per qualche mese, negli ultimi venti minuti si va tentoni per terra lungo le piste e nulla stringe Momentè per il quale il luogo più adatto sembra la panchina.
Finisce in gloria per i granata, a mani vuote si rientra alla base dopo una settimana stressante ma che ha mostrato come il Generale Patton sappia tenere il bastone del comando aspettando nuovi granatieri.
2 commenti:
un pezzo originale...
complimentoni...un futuro da giornalista...
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