Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

giovedì 17 dicembre 2009

Poco più in là

14° PT Gran tiro di Osuj , già definito il Gattuso nero per la corporatura e non per la tecnica, che si infila esattamente là dove la badante leva le ragnatele quando compie il proprio dovere.
26° ST Dopo un tocco di Del Sante, forse di mano e non a caso visto la settimana manesca appena terminata, Momentè, nuovo san Gennaro di Varese che al solo sfiorare trasforma il pallone in marcatura, fa sbattere la bola sotto la traversa con un tiro che poco ci manca perché superi il limite di velocità.
Pieno recupero: dopo una discesa fra i paletti della difesa biancorossa dell’ala appena entrata, il penalty vien parato da un Moreau peggio di un portoghese alla prima della Scala, ed assente giustificato causa gli attacchi umbri persi nella foresta nera del centrocampo varesino.
Non è solo qui la cronaca di una partita dove appunto i centimetri hanno fatto la differenza nel momento della segnatura che potevano essere il tiro sul portiere ospite di Tripoli dopo essersi smarcato abilmente, od il colpo di testa di Del Sante che mirava al bersaglio grosso e non agli angoli.
Giornata fredda e cielo coperto, come nelle cronache di guerra dal fronte, e qui il Varese combatte ancora senza il suo condottiero Sannino il Saraceno, che una squalifica carnevalesca (si era a Viareggio), tiene nella gabbia degli spalti per un’ulteriore giornata, atto improprio e beffardo per un individuo che si trova ad essere parte componente di una squadra che si muove ordinata ai suoi ordini, ma sempre in maniera imprecisata agli occhi del pubblico e degli avversari.
Il direttore d’orchestra Zecchin con il suo spartito detta tempi e modalità ad un manipolo di ragazzi che non aspetta altro che il fischio dell’arbitro per muoversi la domenica dopo che in settimana ha faticato per rispettarne gli ordini.
Il Varese come è solito fare in casa, si affida alle fasce per muovere il gioco, la zanzara Tripoli, anche se un po’ timida nel succhiare energie ai terzini umbri, duetta bene con Armenise sulla sinistra e propone cross bassi per la perla nera Ebagua, non libera di muoversi per l’asfissiante marcatura e così il buon Del Sante può puntare ad incrementare il suo basso bottino di reti. Ma saranno due azioni figlie della casualità, il gran tiro di Osuj e la staffilata di Momentè, a determinare numericamente il risultato, per la gioia del pubblico varesino ancora esiguo nonostante la vetta della classifica necessiti di ossigeno per risparmiare. Che dire degli ospiti? Si muovono con ordine in difesa e a centrocampo dove fanno mulinare le gambe alla ricerca delle caviglie biancorosse come a voler creare ostacoli sulla strada e le due espulsioni, sono la testimonianza che per questo Varese può solo temere un calo fisico.
Correre è più importante di camminare, per ora.

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