Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

giovedì 17 dicembre 2009

Cambiando l'ordine, il risultato non cambia

Derby fra le vincitrici dei girono A e B della C2 targata 2008-09 , con grossi nomi fra le fila ospiti che rispondono ai nomi dell’eterno Chiesa in campo e dell’ex difensore della nazionale Torricelli seduto sulla panchina, freddo gelido e infuria la bufera, così avrebbe scritto Gianni Brera, ma non siamo a San Siro, ma nel più umile Franco Ossola di Varese per una partita che se fosse disputata a metà campionato sarebbe forse noiosa ed invece svolgendosi nella parte iniziale del girone di andata vede i contendenti gettare in campo orgoglio e spirito sanguigno.
I dubbi su una squadra giovane e ancora acerba si sciolgono in fretta con Sannino presentatosi a ben vivo ai bordi del campo dopo l’espulsione della settimana passata, che schiera i biancorossi con il modulo inglese 4-4-2 deciso a suonare la quinta sinfonia casalinga ed i varesini partono subito decisi dal primo minuto comandando il gioco e mostrando come la mentalità non si studia ma si dimostra. Il Figline fa il suo senza timori e si chiude ordinatamente lasciando Chiesa in mezzo al campo, bel abile nel muovere l’equipo da un’area all’altra, facendo girare la palla e respirando aria fresca sotto le Prealpi.
La perla nera Ebagua è ben marcato nella giungla difensiva dei figli dell’Arno ed attraversare il fiume richiede forza fisica e non punta di fioretto. Ma le armi varesine oggi non paiono ben affilate ed i cinghiali toscani pongono la testa ben oltre la tre quarti in punta di artiglio ed in un paio di occasioni, su punizione e dal limite dell’area, Chiesa dimostra che la categoria non è adeguata al suo livello e si accontenta di scaldare una squadra che non presenta grosse individualità mentre sulla schiena di Moreau passano scosse elettriche.
Alla ripresa del gioco il freddo pungente sembra invitare le squadre ad far trascorrere il tempo, aspettando di trovare rifugio nel caldo degli spogliatoi , ma sulla panchina del Varese si siede (cioè mai…) una tigre accecata, Sannino il saraceno , che impugnando l’asta avvelenata, cerca le alte vette della classifica matando le bestie della selva che si parano di fronte a lui ed oggi il nome che si trova opposto a lui lo porta a moduli spregiudicati fino ad arrivare alle quattro punte, togliendo il buon Zecchin, sempre più punto di riferimento in mezzo al campo ed inserendo prima Del sante e poi Momentè, che si rivelerà hombre del partido. Nonché al 41 al terzo calcio d’angolo, Martin non perse la cappa , ma inserì la spada nel burro della difesa toscana e giust’appunto Momentè va a prendere i tre punti e con lui un Varese che sempre più toglie le ragnatele lassù in alto e chissà , se la matematica non è un’opinione, ciascun addendo aiuta a sommare…

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