Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

martedì 7 gennaio 2014

Cena tra amici - il Film



Un nome non al’inglese ma un film che incarna la doppia F, filosofia francese che esalta il gioco degli specchi in cui ognuno si ritrova, guardandosi nell’altro in un’analisi volta a capire sé stesso senza volersi cercare. Non ci si deve perdere nel livello della polemica litigiosa che, seppure elevata per il linguaggio colto adottato dai protagonisti, rende vitale il plot.
Il gioco vede le alleanze createsi sull’onda emotiva, ribaltarsi in continuazione grazie allo scorrere veloce delle battute che hanno un rallentamento sull’acme della rivelazione dell’amore fra la madre dei due fratelli ed il musicista single (fino a quel momento), che così esce dallo schema in cui lo avevano rinchiuso i presupposti che lo idealizzavano in un maschio adulto gay e solitario.

Il monologo si esalta nella donna madre che si riabilita ed esce dal guscio dopo un’ora di silenzio assenso utile a calmare le acque spesso agitate di un cena che doveva essere conviviale, come soleva ripetersi da anni in cui il massimo dell’accensione degli animi era legata alle diverse visioni spirituali-economiche degli attori. La famigliarità allargata, facilmente individuabile nell’epoca attuale ma non sempre replicabile, assaggia la negatività dell’intimità che rivela i punti nascosti della vita del musicista attraverso la madre, non più figura materna, ma compagna dello stesso e pertanto trasgressivo rispetto all’amicizia. Il pianto dei bambini, non fantozziano, ma reale, porta alla calma gli astanti ma eleva l’umanità poiché l’amore della madre fa vincere il valore assoluto nella sfida con l’amicizia. Il voyeurismo rimane così alla finestra, senza entrare a far parte di una cena che è condivisione di sentimenti prima che di pensieri.

Titolo originale Le Prénom
Regia         Alexandre de La Patellière, Matthieu Delaporte
Soggetto         Matthieu Delaporte
Sceneggiatura Matthieu Delaporte

Interpreti e personaggi
Patrick Bruel: Vincent
Valérie Benguigui: Élisabeth
Charles Berling: Pierre
Guillaume de Tonquedec: Claude
Judith El Zein: Anna
Françoise Fabian: Françoise
Yaniss Lespert: Fattorino pizza da asporto
Miren Pradier: Infermiera
Alexis Leprise: Apollin
Juliette Levant: Myrtille
Bernard Murat: L'ostetrico

Produzione: Francia, Belgio
Anno produzione: 2012

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