Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

mercoledì 18 gennaio 2012

Il Galletto canta

Un sabato che doveva servire a ricordare un ragazzo purtroppo ben presto spentosi, diventa pomeriggio infame e codardo, con i biancorossi timidi ed inoffensivi, teste scariche e piedi imprecisi nell’appoggiare anche lateralmente e nulla si può dire del campo, che ricorda anni di fango passati in divisioni ben più inferiori simili ai gironi dell’inferno da cui si è risaliti con mille difficoltà.
Dal tavoliere arrivano dei galletti spennati, con difficoltà di pecunia che non puzzano fino a che arrivano dai Matarrese, a cui i petroldollari russi sembrano assai pericolosi per altri incroci e le personalità giovani che i pugliesi san mostrare in campo valgono il biglietto perché Caputo sarà anche veloce e fortunato nel sorprendere Figliomeni la cui dimenticanza dal campo lo fa sembrare utile per un match pasquale. Pertanto sfilargli la sfera e sottrarlo ai suoi doveri di difensore pare come il gioco della morra, aspettando la prima mossa avversaria e se Bressan si protende alla sua sinistra, lo può fare in maniera plastica per vedere una sfera che rotola sul palo opposto. Mancano ancora ottanta minuti, distanza ben lunga per gli uomini di Maran, sempre pronto a prendersi rivincite contro le sue ex squadre e che sente le sfide molto più di tanti appassionati. Il calore che il mister espone visivamente non lucida le teste varesine, forse alcolizzate dai brindisi post Genova. Trovare un protagonista che sia di marca varesina sembra una caccia al tesoro su cui nessuno vuole rischiare di perdere tempo ed allora gustiamoci questi gioielli pugliesi a cui da chioccia lo scozzese Donati porge le mani per tenerli uniti e sembrare difensore di stazza e riorganizzatore di gioco.
Un paio di occasioni per noi nella prima frazione, su cui il Cellini appone il marchio (non il Marco), senza forzare di sciabola ma di fioretto, tanto è che Lamanna si ritrova la sfera fra le braccia senza troppo sudare.
Allora la camminata veloce di Maran verso gli spogliatoi sembra preannunciare muri che tremano di fronte a Corti e soci, per cui l’attesa di 15 minuti ci pare ben aspettata. Ma gli attori non sono i registi ed il copione si ripete se non per una fugace fuga di De Luca il cui tiro fa alzare le braccia non per la segnatura ma per la delusione. La zanzara è li per pungere da subito, tormentando i sogni dei baresi per quello che poteva essere e non sarà, perché i galletti grideranno ancora una seconda volta dopo Bressan catapulta su di sé le attenzioni per delle strepitose bocciature dei sogni di alcuni baresi ma non per Stoian, osservato dagli scouts di serie A ma non degli estremi di Varese che lo lasciano staffilare senza opposizione da dentro i sedici metri fatali.
Così se ne va l’ennesimo pomeriggio casalingo non sorridente, c’è ben altro ma siam li a considerarli per il ruolo che hanno, guardiamo la classifica e avanti tutta con forza.
A presto.

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