Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

martedì 2 marzo 2010

Un calzone troppo gonfiato fa male

100 anni e non sentirli per una società è come dire che in un mondo dello sport dove si salta per aria anche per poco, sopravvivere fra mille difficoltà spinge a lavorare con i giovani,con i quali l’entusiasmo cresce come i fili d’erba su un terreno martoriato, il quale aspetta la tanto agognata primavera (non la pizza, meglio allora per quella gustarsi una margherita) per respirare e dare velocità ai garretti dei biancorossi. Il gioco non ragionato di Sannino, tutta corsa e scambio rapido, richiede che i gladiatori possano correre con le loro bighe su un panno verde e non sulla terra umida, ultimamente tramutatosi nel fango di Masnago. Il Novara capolista (non elettorale) aspetta ancora la prima infornata, pardon sconfitta , in campionato ed i giovani pizzaioli di Mister (no jega) Sannino mischiano gli ingredienti con il libro in mano che a volte si sporca di pomodoro e copre e le parole e con essa rende difficile la lettura , appannando la visione visto che la prime occasioni sono degli ospiti a causa degli scambi di porta che qualche varesino commette, la più grossa con un rinvio al contrario di Tripoli che sveglia il buon Moreau dal torpore causato dalla farina soave che scende dal cielo. Le mani in pasta le tengono a centrocampo Dos Santos, Torre di Babele davanti alla difesa, fornitore di palloni buoni per l’offesa e gran recuperatore di sfere vaganti sia a terra sia nel cielo plumbeo di Masnago, ed il filiforme Buzzegoli, pulcino bagnato nonostante la statura elevata e pronto a battibeccare qualunque cosa si avvicini alle sue leve. Mastro Sannino detta sempre gli ordini, quelli li scrive sulla calce Ebagua, spesso per le terre causa la marcatura modello francobollo stampato sulla lettera. Il brasiliano Neto sa il fatto suo e lotta al centro dell’attacco sulle palle alte per portare le basi le forme di pasta vicino al forno. E come si dice a Napoli, la pizza la pizza viene bene perché c’è l’aria buona e quella la porta il cuoco Sannino, proprio lui che viene da quelle terre che sanno di pummarola e mozzarella e getta gli ingredienti in maniera sapiente, mischiandoli quando sembra che non cresca la pasta. E Carrozza è la birra che fa lievitare l’entusiasmo e le speranze di un successo per entrare nel Paradiso dei play-off.
Il vantaggio nasce su una rimessa laterale contraria che il neo entrato recupera agilmente su una distrazione avversaria e con un dribbling in un fazzoletto spinge il pallone in fondo alla rete mandando per le terre Fontana, Caronte della barca novarese in mezzo al guado.
Tutta la panchina varesina corre in campo ad abbracciare l’eroe momentaneo con un entusiasmo che fa sperare in un arcobaleno improvviso, speranzosi che il cielo si apra.
Mai entusiasmo fu propugnatore di nefandezze tattiche con uno sbilanciamento in avanti, come un chico il giorno di Natale che scarta i pacchetti furiosamente e non si accorge che i regali sono rimasti sotto l’albero, nascosti fra gli aghi di pino. Ed i blu (triste in inglese) piemontesi ricevono il cadeau con un contropiede iniziato da una carica a testa bassa dell’ariete varesino e Gonzales davvero speedy, può scorrazzare libero nella Pampa varesina e la piazza in porta nel medio facile facile spegnendo il fuoco fatuo del trionfo. Il gelo davvero scende sugli spalti, dimenticando che le partite durano novanta (minuti) e sulla ruota biancorossa spesso i numeri giusti sono usciti in ritardo, se non nel tempo di recupero addirittura. Sannino ed i ragazzi ci credono, con ansia nella plaza, tutti avanti come nulla fosse successo mentre il Novara chiude il forno, pardon la porta di fronte,sperando che il terreno bagnato sia avversario ostico alle geometrie prealpine.
A dieci dal termine però l’amore per la porta avversaria, visto che si tratta di Eros (Pisano), sfila poco sopra la traversa maledetta, quel legno intriso di acqua che gonfia troppo la farina e fa venire il mal di pancia ai fegati di varese, rimandando il flirt con la Dea di Olimpo, lassù sulle vette della classifica che sfila sempre più distante. La prossima pizza verrà ben cotta, il pizzaiolo deve essere sapiente e lasciare la fretta a chi rincorre.

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