Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

giovedì 9 settembre 2010

La ricomparsa dei fatti

Incomincia l’annata cronistico – sportiva del Pampa Berna, agile come sempre a salire i gradoni del polveroso Franco Ossola, questa volta e per tutto l’anno destinato come ai tempi che furono nel Settore Distinti Nord. Il periodo di lontananza dall’agonismo sentito, e non vissuto, spegne un poco le velleità combattive dello scrittore, ormai più appassionato alla parte sociale dello sport.
Uno stadio che si colora di biancorosso con un cielo terso ed azzurro annuncia il divertimento pallonaro, una serie B che salutai molti anni fa quando di spettacolo c’era ben poco ed il pallone veniva preso a pedate in maniera disonorevole. Adesso l’undici di Sannino mostra gioco a piè sospinto, arioso e lodevole, fatto da uomini e non da Maciste come vogliono i teorici di oggi. Che si corra quello è l’importante, ma perlomeno si mira alla porta con l’intento di varcare la frontiera fra la felicità ed il nulla.
Si parte a testa bassa e con la Carrozza sempre a tutta, mai domo e baldanzoso sulla fascia. Con lui Pisano se ne può stare sulla difensiva perché il terribile Corallo, perla di mare per questa squadra azzurra, minaccia con il suo modo furtivo il buon Moreau mentre Pesoli e soprattutto Pugliese alzano la staccionata ancor prima che il treno sia in prossimità.
Lo spavento lo avverte il capostazione Moreau su una punizione (non corporale) radente, appena superata la mezz’ora e mai sarebbe stata colpa più pesante per gli errori sottoporta di Cellini o la non voglia di tirare di Neto in un paio di occasioni, subire il passivo empolese. Ancor più l’errore in difensiva di camisa, arrivato al massimo delle sue ambizioni calcistiche, vedersi sfilare il crostaceo marino davanti al notaio francese che blocca con le sue chele il Corallo empolese.
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia il buon Sannino, sempre agitato nella sua zona e propenso giustamente a continuare con l’undici iniziale.
Zecchin sembra un po’ sfuocato ed il cambio per la tarantola libica Tripoli gli da respiro e più velocità. La confusione sembra negativa ma permette alla mediana biancorossa di bloccare i toscani sugli argini e di buttare qualche pallone scivoloso in più nell’area.
Se non entra è perché manca un passaggio in meno oppure un Osuj c’è in più, rapido e cattivo sulle sfere e mai tanta aggressività può essere negativa, quando la voglia è quella di vincere.
La contesa si fa accesa con Neto che accelera in corsia di sorpasso ed il cambio per Ebagua gli permette di riscuotere un battimani meritato.
Questa partita non ha vissuto di sussulti continui, ma mai si è spenta e si chiude con la seconda volta consecutiva in casa con un pareggio ad occhiali, lasciandoci imbattuti e con un certo senso di sicurezza per quello che verrà.

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