Due cubetti di ghiaccio

Da questa settimana fino al limitare delle sue forze la voce della Pampa disporrà di una rubrica fissa nella quale con ironia ed un po’ di pepe commenterà le prestazioni sportive delle compagini varesine. Il titolo nasce dalla fervida fantasia del gaucho che, al calar della sera, è solito metter del ghiaccio in un bicchiere e gustarsi un tonico ed analizzare con sagacia le prestazioni sportive delle squadre prealpine. Il nome potrebbe far pensare ad articoli di facile lettura, in realtà il ghiaccio sciogliendosi nel tonico e cambiando lo stato , diventa di difficile separazione visiva rispetto alla sostanza iniziale…..

venerdì 17 gennaio 2014

Go, una mascotte da Hall of Fame



Undici anni erano trascorsi da quando i Phoenix Suns avevano fatto il loro ingresso nello spettacolare mondo della NBA e nessuna mascotte li aveva ancora accompagnati nelle arene degli Stati Uniti. A dir la verità avevano provato ad adottare una margherita, per simboleggiare il caldo dell’Arizona, ma il tentativo non era andato a buon fine, forse troppo buonista per una squadra che doveva conquistare terreno nella pallacanestro targata USA. Poi un giorno d’inverno del 1980 arrivò un telegramma cantato (singing telegram) , tradizione tipicamente anglosassone che consiste nell’inviare una persona che canti per voi una canzone alla vostra amata, ed ordinato da  James Oberhaus, un accanito fan dei Suns. All’Arena si presentò un certo Henry Rojas, vestito da gorilla che, per ordine della Eastern Onion Telegram, entrò nel palazzo per assistere all’incontro. La sicurezza non intralciò il tentativo simpatico di sostenere quella giovane ed orfana squadra dell’Arizona ed anzi invitò il Gorilla a partecipare attivamente alle pause di gioco. E così fece fino a quando l’organizzazione della squadra non chiese a questo tal Rojas di diventare la mascotte ufficiale.
Da quel momento lo scimmione, soprannominato Go, sarebbe diventato l’attrazione principale delle partite, utile ad intrattenere il pubblico con le sue gags con il sottofondo musicale del film Rocky ed effettuare la sua abituale schiacciata prima di tutti gli ultimi quarti tempi di partita. Uno show che rimase nella storia fu quando entrò nel Madison Square Garden sulle note di “New York, New York” di Frank Sinatra, con un cappello in testa e con addosso numerosi pezzi di carta sul vestito.
Henry Rojas, con ben 15 anni di presenza, è iscritto di diritto nella storia americana per essere stata la prima mascotte commediante nello sport professionistico: le sue leggendarie parodie di tifosi, giocatori, allenatori ed arbitri lo videro meritarsi per due volte la presenza all'All Star Game ed il rispetto degli addetti ai lavori. Con il suo modo da consumato attore, il tempismo e la sua presenza sul palcoscenico si è conquistato anche il rispetto delle altre squadre poiché per Rojas iniziò una carriera che lo vide partecipare ad eventi anche di squadre che non fossero i Suns. Da li l'ingresso nella Hall of Fame nel 2005 fu il giusto premio per uno spettacolo che non faceva altro che rendere più umano il basket e le sue interazioni con gli arbitri furono semplicemente fantastiche.
Anche l’Italia ebbe modo di conoscere Go, quando in un primordiale torneo Open, anticipatore di quello che poi si sarebbe chiamato molti anni più tardi Mc Donald’s Open, due squadre americane vennero invitate a partecipare ad un competizione amichevole pre campionato a cui presero parte appunto i Suns, i New Jersey Nets e la triade italica Ciaocrem Varese, Granarolo Bologna e Simac Milano. La sera del 5 settembre 1984 la mascotte seppe stupire il palazzetto di Masnago con i suoi numeri, distraendo così il pubblico venuto ad assistere a quello che era uno spettacolo sui 28 metri per 15 per le stelle americane presenti, che fino a quel momento si potevano vedere solo sugli schermi di Canale 5 la domenica mattina.
Rappresenta sicuramente il leader delle mascotte del mondo a stelle e strisce targato NBA: uno scimmione volante della giungla che sopra le teste degli spettatori delle arene sa entusiasmare con le sue super schiacciate. Ormai un ambasciatore vero e proprio di ciò che vuole essere la pallacanestro americana. Molteplici sono i paesi in cui il Gorilla si è esibito nel corso degli anni: Argentina, Australia, Canada, Cina, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Messico, Olanda, Norvegia, Spagna, Svizzera e Gran Bretagna, oltre ad aver sconfinato anche in palazzetti durante incontri di baseball o hockey.
Andato in pensione Rojas, a partire dal 1988, Bob Woolf gli subentrò nell'incarico di Gorilla dei Suns e portò avanti le sue perfomances fino al 2006. Poi gli successe dal 2006 al 2012, Devin Nelson. Nell’estate del 2012 vi fu un bando di concorso istituito dai Suns per assegnare il ruolo di Go; queste erano le abilità o caratteristiche richieste dall'organizzazione: Essere un attore di classe e ambasciatore per l'organizzazione dei Phoenix Suns sul terreno di gioco e durante gli eventi ufficiali (incontri per beneficenza presso ospedali, scuole,etc). Continuare con la tradizione del Gorilla "Go" di far ridere le persone, lasciare loro l'ultima impressione positiva e rappresentare il team con orgoglio e passione. E' un lavoro a tempo pieno, pagato e la sua posizione fa riferimento al nostro Vice Presidente, Game Entertainment.

Di lui hanno detto:
"Non c'è mai stato nessuno come l'originale gorilla" - Brent Musberger, telecronista
"Go è semplicemente il migliore!" Darryl Dawkins
"Il miglior intrattenitore nello sport" - Tommy Nunez, arbitro NBA


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